CHIESA OGGI

Pistoia - Centro di Documentazione Giovanni Michelucci
L'INTERA OPERA GRAFICA DEL GRANDE MAESTRO CUSTODITA NEL CUORE DELLA SUA CITTA'

Lungimirante e di alto profilo, è stata la scelta del Comune di Pistoia, nel 1980, di conferire la cittadinanza benemerita a Giovanni Michelucci, in coincidenza con la donazione di 932 suoi disegni, per la creazione di un Centro di Documentazione permanente della sua opera, collocato al piano mezzanino del Palazzo Comunale.
Con tale precedente, è stato naturale, a seguito della morte del grande architetto (avvenuta il 30 dicembre 1990, alla soglia dei cento anni), di arricchire nel Giugno '96, il già consistente patrimonio grafico, con la cessione comodataria da parte della Fondazione Giovanni Michelucci, (istituita nel 1982 insieme con la Regione Toscana, al Comune di Fiesole e al Comune di Pistoia), d'ulteriori 1155 disegni relativi agli ultimi dieci anni d'infaticabile e creativa attività professionale al fine di " garantire un'agevole e completa consultazione".

L'occasione della riunificazione del corpus grafico michelucciano, ha reso inevitabile l'aggiornamento dello spazio espositivo, non tanto nella struttura (originariamente progettata dall'Arch. Bruno Sacchi), quanto nell'ordinamento espositivo, per consentire una più ampia lettura dell'opera attraverso la rotazione dei disegni già esposti e la presentazione di parte dei disegni recenti, esposizione pur limitata dagli spazi e da problematiche di conservazione dei disegni stessi. Il nuovo allestimento si pone in ogni modo come configurazione transitoria nell'attesa che si concretizzi l'ipotesi di un trasferimento del Centro di Documentazione in uno spazio più ampio e idoneamente correlato ad altre iniziative, già operative, finalizzate alla riflessione sulle tematiche urbane (Museo Osservatorio della Città).
Il Centro di Documentazione, oltre ad essere inserito all'interno del circuito museale che coinvolge buona parte del Palazzo Comunale e alcune sedi gravitanti intorno a Piazza del Duomo, vede sempre più incrementare la presenza di studenti e ricercatori a testimonianza del crescente interesse nei confronti della figura culturale e architettonica dell'architetto pistoiese.
A questo riguardo, sia la Fondazione sia il Comune di Pistoia, hanno effettuato investimenti per facilitare la consultazione del vasto e prezioso materiale grafico mediante l'informatizzazione di schede ragionate relative ad ogni disegno con relativa riproduzione, da poter ordinare anche per aree tematiche; programma che dovrebbe diventare operativo nei primi mesi del 2000.

Rispetto alla precedente configurazione, l'allestimento curato dall'Arch. Roberto Agnoletti ha recuperato alcuni spazi, armonizzando la compresenza nella stessa sala della sezione d'arte moderna degli artisti pistoiesi, con cui Michelucci aveva stabilito un forte legame umano e culturale, determinante per comprendere parte del suo processo formativo, lasciando inalterate la parte storico- documentaria e quella relativa alla ricostruzione del Quartiere di S. Croce e del Centro Storico di Firenze.
E' stata inserita una sezione dedicata alla progettazione di mobili ed elementi d'arredo con l'esposizione di grafici, di materiale fotografico ma soprattutto, di due manufatti, eseguiti dalla Ditta Fantacci, con cui Michelucci ha instaurato nel tempo un rapporto professionale fecondo, " Il Seggio ", del 1919, e " Il Timone, " tavolo del 1981.
Inoltre, riutilizzando due tavoli espositivi progettati nel 1941/42, per il Centro e Museo Pedagogico di Firenze, è stato possibile presentare alcune delle principali pubblicazioni sull'opera di Michelucci nonché quelle relative all'attività svolta nel corso degli anni dalla Fondazione concernenti le tematiche dell'architettura concentrate soprattutto sulle problematiche degli spazi urbani dove più forti sono vissuti i disagi sociali e le contraddizioni della nostra comunità civile.
Considerando la superficie espositiva a disposizione sono stati messi in visione diretta poco più del 10% dei disegni e ciò ha imposto una forte selezione del materiale grafico e l'individuazione di criteri espositivi molto precisi tesi più a rappresentare dei filoni tematici di ricerca che la documentazione completa delle varie fasi progettuali, aspetto questo rimandabile alla visione delle schede informatizzate, tanti sono i disegni elaborati: n° 82 per la Chiesa per Guri (Venezuela), n°71 per il Teatro di Olbia, n° 131 per l'area Garibaldi a Fiesole, n° 181 per il progetto di uno stabilimento termale a Massa, tanto per citare alcuni tra i più recenti, a testimonianza dell'infaticabile attività creativa di Michelucci.
Nella sezione di nuova acquisizione " C - L", sono stati collocati i progetti nella quasi totalità realizzati a cavallo degli anni '50 e fine anni '60: opere che hanno avuto notevole fortuna critica, come la Chiesa dell'Autostrada del Sole o quella di Longarone; di queste opere sono stati esposti, oltrechè disegni, materiale fotografico e alcuni plastici.
E' nella parte centrale della sala, gravitante intorno alla sezione dedicata alla ricostruzione di Firenze, che si concentra il materiale grafico, di straordinaria bellezza anche sotto il profilo grafico-artistico, capace di rappresentare la trama della " Nuova Città ", fatta di percorrenze di relazioni tra luoghi del presente e della storia, che sinteticamente può essere riassunta con una frase dello stesso Michelucci:
"L'Architettura non può che essere la realizzazione di uno spazio che ti conferma gran parte della città. Cominci a costruire un edificio, una struttura urbana nella quale si uniscono elementi vitali della città".
Il visitatore, ripercorrendo questi progetti, se da una parte può essere colto dal rammarico nel constatare che molte di queste architetture sono rimaste solo sulla carta, non può che essere catturato dalla profondità e dall'originalità compositiva delle varie proposte, che nobilitano il " fare " Architettura e ristabiliscono un rapporto pacificato con i bisogni dell'uomo, spesso disattesi dai criteri che orientano la crescita della città moderna dettati, il più delle volte, da regole di ordine economico.
Il pensiero che origina i disegni esposti, rimanda all'immagine di un grande fiume, in cui confluiscono una molteplicità di ricerche di nuove spazialità, di meditazioni sempre aggiornate che di volta in volta, hanno affrontano la singola tematica progettuale, con il desiderio di stabilire una progressiva chiarificazione del vero valore dell'architettura. Percorso ,questo, che si completa soprattutto nelle sue ultime creazioni, proprio alla soglia dei 100 anni.
Non è un caso, infatti, che alla forza espressiva dei disegni in " bianco e nero ", capaci di esprimere l'inquietudine della sua ricerca, Michelucci, introduca, a pochi mesi dalla morte, nei progetti per il Palazzo di Giustizia di Firenze, per la Sede della Telecom di Firenze e per il Teatro di Olbia, il colore, quasi a testimoniare la raggiunta " felicità " del progettare intesa : " Non nell'aver fatto il proprio capolavoro, ma nell'aver contribuito a dare senso di coralità a quello che è stato murato, che non è muro ma pensiero, nato non dalla volontà del singolo ma da ciò che la natura ha depositato nel nostro animo, lentamente, nel tempo".

Alessandro Suppressa