LA NAZIONE AGOSTO 2007

RECUPERO DELLE VILLE SBERTOLI

L’arch. Nicola Pieri che ha partecipato alla stesura del Piano Strutturale vigente, il 18 agosto sulle pagine de La Nazione scriveva: “area compresa tra il Villone Puccini e le Ville Sbertoli, come zona di particolare valore ambientale da sottoporre a Piano Attuativo per la costituzione di un parco, all’interno di cui ridefinire le funzioni e i reciproci rapporti dei due complessi edilizi”. Questa suggestiva affermazione, sotto il profilo della lettura ambientale, non fa una piega ma da essa far derivare una prassi operativa è impresa ardua.

Questo atteggiamento è in linea con un’impostazione “ideologica” imposta ai comuni dalla Regione Toscana: tanta attenzione al Paesaggio, grandi enunciazioni di principio, grandi impianti burocratici ma scarse indicazioni sul controllo qualitativo delle scelte: non promozione dell’architettura ma tanta edilizia, scarsa lettura del contesto e poche indicazione delle caratteristiche qualitative da tenere a base delle progettazioni ma dati dimensionali che di volta in volta vengono rivisti e aggiustati. Con tale impianto legislativo così dotto e carico di norme, le molte persone “normali” rimangono intrappolate come i pesci nella rete mentre i pochi faccendieri e imprese immobiliari hanno potuto continuare a costruire ovunque e nei modi più dozzinali, tanto che “il caso Toscana” ha conquistato gli onori della cronaca nazionale proprio a seguito di una serie discutibile di interventi realizzati proprio in quel paesaggio che si vuole tutelare.

Subito dopo l’approvazione del Piano Strutturale comunale, Pistoia, inspiegabilmente, ha continuato ad interrogarsi sulle destinazioni di problemi specifici: il nuovo ospedale, la vecchia sede del Ceppo, l’area ex Breda, la sede universitaria, le Ville Sbertoli e persino sul nuovo stadio. Tutte riflessioni parziali che perdono di vista una visione organica d’insieme. Ma a chi sta delineare questo programma proiettato nel tempo a prescindere da quelle che sono le emergenze che di volta in volta emergono, se non proprio i piani strutturali?.

La prima indicazione operativa che sta a monte del nuovo assetto delle Ville Sbertoli è quella di creare le condizioni per recuperare una visione d’insieme e aggiornata della città e del suo territorio, con una impostazione programmatoria che parta dagli obiettivi e dagli approdi qualitativi per poi definire numeri e norme, creando già nel momento dell’impostazione previsionale, le condizioni per attivare un clima di costruttiva e reale concorrenza di idee e fra le imprese, rompendo così le privilegiate rendite di posizioni acquisite da pochi soggetti in questo ultimo decennio.

Non è un problema che investe l’attuale amministrazione della Asl, ma qualcuno dovrà spiegare come è stato possibile ridurre a un così elevato degrado beni pubblici e di valore storico artistico: l’Italia e piena di questi esempi e anche a Pistoia abbiamo avuto il caso emblematico dell’ex Breda dove il degrado dei manufatti ha aperto la strada a pesanti demolizioni e poi a discutibili sostituzioni, che salvo rare eccezioni, propongono modi costruttivi omologati e di più alta redditività.

Nello specifico tenendo conto delle problematiche di fondo che in maniera sintetica ho voluto richiamare, e del valore storico (non solo delle pietre ma anche degli uomini) e architettonico dei beni, occorre valutare con attenzione ciò che deve essere mantenuto al pubblico, partendo proprio dalle accurate analisi e indicazioni contenute dal piano Bassi Morello, redatto su incarico della ASL, tenendo conto dei dovuti aggiornamenti.

Pare difficile comunque un suo recupero in chiave socio sanitaria (parte dei proventi economici è doveroso indirizzarli a tale scopo proprio nei servizi di salute mentale) non solo per le appropriate osservazioni fatte da Angela Nisticò dell’associazione “Solidarietà e rinnovamento”, ma anche a seguito della scelta di realizzare e il nuovo ospedale. La riconversione di gran parte dell’Ospedale del Ceppo in “Ospedale di Comunità”, è incentrata proprio nel riordino dei servizi socio sanitari, attualmente sparsi sul territorio o da incrementare.

Infine, non c’è niente di male ad attivare dibattiti nell’estate: c’è più tempo libero per scrivere e riflettere. Se c’è un difetto è quello di non aver iniziato già dalla scorsa estate.

Alessandro Suppressa